Ademola Lookman recuperato almeno per Parigi, inteso di testa e non di fisico? “Non credo proprio. Per mercoledì è impossibile che recuperi Scamacca. Stretto fra l’esultanza per il primo bottino pieno in campionato col rotondo 4-1 al Lecce e la trasfertona di Champions, Ivan Juric appare comunque soddisfatto: “Volevamo la vittoria e l’abbiamo ottenuta largamente, volevamo dimostrare di saper e poter giocare bene e siamo stati bravi tecnicamente. De Ketelaere s’è sbloccato, ha segnato anche Zalewski, Krstovic ancora no perché nonostante sia sempre stato dentro la partita e il due assist non è riuscito a concludere bene le due-tre occasioni importanti che gli sono capitate. Ma sono contento di tutti: Charles avanti di tre è sceso in fascia bassa per recuperare un gran pallone. Lo spirito che voglio vedere è questo”.

Parole e musica del tecnico di un’Atalanta sempre un po’ formato diesel ed esondata nello score alle prime crepe nemiche: “Nel primo tempo gli avversari giocavano sui rilanci del portiere e qualche volta ci hanno messo in difficoltà, ma tutte le partite di queste prime tre giornate sono stati equilibrate. Il punto è sbloccarle: ci siamo riusciti da palla inattiva, era ora. Poi potevamo farne anche molto di più di quattro”.

Ai microfoni di DAZN, prima di concedersi alla sala conferenze dello stadio non ancora targato New Balance, l’allenatore croato ha fatto il punto sul progetto nelle sue mani. “Lenti a muovere la palla fino all’intervallo, se devo trovare un difetto. A volte rallentiamo un po’ a sinistra perché abbiamo tutti destri di piede. Nella ripresa siamo stati molto puliti tecnicamente. Sarà una gioia affrontare il Paris Saint-Germain, la più forte al mondo ora come ora. Dovremo essere perfetti, sperando loro non siano al massimo. Siamo fiduciosi di poter fare bene e sarà bello per la mia prima in Champions League. Dove Lookman non penso ci sarà: una situazione spiacevole, non bella, perché lui e l’Atalanta si sono dati tanto a vicenda ma c’è bisogno di gente attaccata alla maglia. Non è pronto. In futuro si vedrà”.

“Meritavamo molto di più dei due pari con Pisa e Parma. Giocare bene è difficile e nel primo tempo abbiamo fatto fatica sui lanci lunghi del portiere del Lecce, poi ci siamo sbloccati da palla inattiva. Ci voleva proprio, ci tenevamo a dimostrare di saper fare bene.
De Ketelaere e Zalewski hanno fatto bene come altri. Krstovic è sveglio, ha dato un bel segnale con due assist, peccato per i due-tre gol sbagliati perché non è riuscito a concludere bene,
I braccetti Scalvini, che ci ha sbloccati sulle palle inattive, e Kossounou devono comunque attaccare tanto. Odilon aveva Sottil che è un cliente difficile ma ha saputo anche proporsi” (Ivan Juric).

“Ho bisogno di fiducia e un gol te la dà. Dall’ambiente, dal club e dai compagni, come dal mister, l’ho sempre avvertita. Oggi è stato il risultato di un lavoro fatto in tante settimane. Quando inizi a far gol e giocare bene, cresce l’autostima. Di qualità abbiamo mostrato di averne davvero tanta. L’obiettivo? Tanti gol e tanti assist” (Nicola Zalewski).

“L’esultanza di rabbia per il gol è perché voglio lasciarmi alle spalle l’anno scorso, complicatissimo. È dedicata alla squadra e ai nostri tifosi. L’orgoglio è nel constatare che sono i più giovani a giocare, dalla prima giornata. Segnare l’uno a zero è importante, nei primi 25 minuti il Lecce ha spinto molto, anche se abbiamo retto la pressione. Il mio gol ha cambiato la partita, ma la svolta è stata la continuità nel proporre un alto livello fisico e tecnico. 
Fare gol è una gioia sempre e comunque, specie per un difensore che non ce l’ha tra i compiti di ruolo. Contavano i tre punti davanti al nostro pubblico, perché ne avevamo bisogno tutti. È stata una liberazione.
Col PSG sarà durissima e bellissima. Sogni da bambino di giocare sfide del genere. Loro sono la squadra più forte d’Europa, sono i campioni in carica. La consegna della fascia da capitano da Marten de Roon è stato un momento emozionante e incredibile: gioco in nerazzurro dall’età di dieci anni, è un traguardo che non sarei mai riuscito a immaginarli. Una responsabilità e una felicità immense. E adesso l’azzurro può aspettare, mi sento in corsa per una chiamata del ct Gattuso” (Giorgio Scalvini). 

SF