Juventus – Atalanta 0-1 (0-1)
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny 6; Cuadrado 6, De Ligt 6,5, Bonucci 5,5, Alex Sandro 6; McKennie 6 (19′ st Kean 5), Locatelli 6, Rabiot 5; Dybala (cap.) 5,5, Morata 5 (40′ st Kaio Jorge sv), Chiesa 5,5 (1′ st Bernardeschi 6). A disp.: 23 Pinsoglio, 36 Perin, 3 Chiellini, 24 Rugani, 17 Luca Pellegrini, 5 Arthur, 30 Bentancur, 45 De Winter, 44 Kulusevski. All.: Massimiliano Allegri.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Toloi (cap.), Demiral, Djimsiti; Zappacosta (26′ st Palomino), Freuler, De Roon, Maehle; Pessina (14′ st Pasalic); Zapata, Malinovskyi (42′ st Koopmeiners). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 42 Scalvini, 13 Pezzella, 33 Hateboer, 59 Miranchuk, 72 Ilicic, 9 Muriel, 99 Piccoli. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Ayroldi di Molfetta 6 (Prenna di Molfetta, Imperiale di Genova; IV Marchetti di Ostia Lido. V.A.R. Di Bello di Brindisi, A.V.A.R. Tegoni di Milano).
RETE: 28′ pt Zapata (A).
Note: serata serena e fredda, terreno in condizioni passabili. Spettatori paganti 29.204 di cui 682 ospiti per un incasso di 1.621.954 euro. Ammoniti Freuler, Malinovskyi, Zappacosta, Cuadrado, Rabiot, Demiral, Djimsiti e Locatelli per gioco scorretto, Bernardeschi per proteste. Tiri totali 13-6, nello specchio 3-1, respinti/deviati 4-4, parati 3-0, legni 0-1. Var: 1. Corner 6-4, recupero 0′ e 6′.

Bergamo – A 32 anni e rotti dal lampo di Claudio Caniggia (8 ottobre ’89) l’Atalanta sbanca la Juventus per la quinta volta (su 17 bottini pieni in totale) scrivendo un’altra grande pagina di storia. Inter agganciata al terzo posto (28 punti) fino all’anticipo serale e, sia detto di passata, un tempo giocato come si deve e per il resto cinismo da big. Basta e avanza la zampata di Duvan Zapata sotto la traversa lanciato da Djimsiti sul filo dell’offside con De Ligt a tenerlo (di oltre un metro) in posizione valida. Ha funzionato pure la cabala della barriera corallina dell’inedita terza divisa, forse non appagante alla vista ma capace evidentemente di ferire le cornee nemiche annebbiando loro l’orizzonte.
Al 4′ il taglio di Malinovskyi a rimorchio (sporcato) del puntero sudamericano s’infrange sulla diagonale dell’olandese, appena prima della temporanea inversione delle ali alte di casa. In un confronto molto tattico sui binari del giropalla inconcludente al cospetto di un torello interrotto da episodiche fiammate, ecco l’avanzata di Freuler al quarto d’ora appoggiata dal Toro di Cali per il sinistro da fuori decisamente sbilenco. La risposta di Dybala è uno slalom concluso dal piattone (17′) nella cruna d’ago bloccato in tuffo da Musso, mentre è poco più d’un pro forma la presa sulla girata strozzatissima al volo di Morata, pescato a sinistra dall’apertura di Cuadrado dopo una manovra laboriosa. Vale invece un gol il prodigioso recupero di Toloi (20′) su Chiesa, lanciato da McKennie. Manca un ottovolante cronometrico al rompighiaccio-matchball, figlio di un intercetto sull’ennesima palla in orizzontale persa da Morata, e nemmeno un treno potrebbe arrestare la corsa del colombiano, una furia alla nona sinfonia stagionale, settima di fila di cui cinque in campionato. A 11′ dalla pausa la Joya ne provoca pochina tra i suoi tifosi allargando in eccesso sullo scarico dell’americano, dopo il ping pong Alex Sandro-Freuler.
Ruslan s’inverte con il compagno di linea (seguito dall’azzurro come un’ombra), rispetto al quale a essere onesti è sempre arretrato, ma è tanto pasticcione, al netto di un buon recupero (42′) mal sfruttato da Zappacosta, da stoppare un disimpegno del puntualissimo svizzero beccandosi pure il giallo per lo sgambetto all’argentino. Nella ripresa la fiera delle mezze chances si apre al settimo, quando l’apripista-trascinatore pesca la sponda aerea del nazionale rossocrociato che però non ha compagni vicini. Con Bernardeschi per l’acciaccato figlio d’arte è il 4-4-2 allegriano classico, ma il suo protagonista rientrando dalla destra non va oltre la sparacchiata a lato del palo di competenza dell’arquero albiceleste. I padroni di casa non hanno mezza idea, ma l’assistman dell’1-0 deve comunque rincorrere la mezzala d’oltreoceano (che si fa male, entra Kean) virata alla corsia servendo il suo numero 1 che è attentissimo a impattarla di petto in uscita per evitare guai (16′); un tris di lancetta e Rabiot si ritrova la sfera sul piede preferito dalla lunetta, ma l’uomo tra i pali non si fa sorprendere.
Il problema è che i bergamaschi non riescono a uscire più dal guscio né a tenere un pallone in avanti, anche se di là non si vede chissà cosa: Dybala dalla trequarti sinistra, da fermo, chiama l’ascensore a Bonucci (25′) che la spedisce al terzo piano. Giallo un poker più tardi, quando sul tiro smorzato dell’ucraino da posizione centrale Cuadrado e Pasalic s’incrociano finendo per le terre prima del tentativo di Maehle contrato in fallo di fondo. A 9′ dal 90′ Palomino respinge il destro di De Ligt sul quinto corner contro, al 4′ di recupero Dybala scheggia l’incrocio sul calcio franco ottenuto dall’esterno toscano che rovina in terra sul contrasto con il cafetero sugli sviluppi del tiro dalla bandierina del mistero: Kean da sinistra, il danese la devia ad ala di gabbiano. Per una volta che il/la VAR si spegne a favore…
Simone Fornoni