Ce l’hanno fatta, Duvan Zapata e Juan Musso, ad affrettare il ritorno dal trittico di qualificazioni mondiali, vissuto addirittura in tribuna al Monumental di Buenos Aires per il portiere nell’1-0 dell’Argentina col Perù (20.30, 1.30 di venerdì in Italia, Lautaro su assist dell’ex compagno all’Udinese Molina; il ventiduesimo dietro Martinez e Armani era Esteban Andrada del Monterrey), a prendere il solito charter con scalo a Madrid dei soliti sudamericani “europei” per salvare la ripresa dei rispettivi campionati nazionali. A oggi, però, visto il ritorno a Bergamo previsto per la tarda serata, i due giocatori dell’Atalanta a Empoli ben difficilmente partiranno dallo start, potendosi allenare in gruppo al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia soltanto nella rifinitura del sabato: i loro posti in squadra sono prenotati rispettivamente dal connazionale Luis Muriel e da Marco Sportiello, già tra i legni in casa con la Fiorentina per lo stesso motivo il 12 settembre scorso (ma due giorni prima aveva almeno giocato, Juan, nel tris alla Bolivia).

Il Toro di Cali, in Colombia-Ecuador (ore 16, 23 italiane) a Barranquilla, se non altro è riuscito a partire nel 4-4-2 del ct Reinaldo Rueda, senza però riuscire a sfruttare le tre occasioni capitategli sul piede destro. E così nella mega classifica a dieci per approdare a Qatar 2022 le due Tricolor sono rispettivamente a 17 (gli ospiti di turno di Zapata & Co.) e appaiata a 16 con l’Uruguay, con cui il nerazzurro era subentrato in corsa a Montevideo come poi contro il Brasile, a distanza siderale dai verdeoro (31 punti) e dall’Albiceleste (26). Una partita, quella dei Cafeteros, dalla durata complessiva di 111 giri di lancetta, compresa la cinquina di recupero nel primo tempo, anche per le soste lunghissime alla VAR dell’indeciso e disattento arbitro peruviano Haro. Vedi il match winner rinnegato Yerry Mina, lesto a insaccare in mischia, sull’ultima rimessa laterale dello juventino Cuadrado, il diagonale dei sospirati 3 punti ma frustrato nella sua gioia dalla tecnologia a bordocampo per un tocco di mano dopo un rimbalzo sul campo.

75, dunque, il minutaggio del centravanti, i cui pochi acuti non sono entrati in porta. Al 23′ la spaccata su allungo dal fondo di Borré, partner d’attacco sostituito poi al 14′ della ripresa da Radamel Falcao, nell’azione orchestrata dall’esterno alto a destra mancino Quinteros (Luis Diaz sull’altro lato), viene salvata a corpo disteso dall’arquero Dominguez che entro un paio cronometrico gli alza sopra la traversa una ciabattata di controbalzo suggerita ancora da Quinteros. Nel secondo tempo, invece, l’estremo ospite devia in angolo la girata, dopo un’incursione del precedente virato a sinistra, appena prima del cambio con Roger Martinez. Poi, protagonisti il direttore di gara e quel video oltre la riga di gesso. Al 29′ Cuellar aggancia l’ecuadoriano Plata oltre il vertice destro, ma dopo 4′ e la consultazione della VAR viene fischiato il fuorigioco (di Estrada, l’assistman) anziché il rigore. Al 9′ dei 16′ di recupero, 1′ in più di quanto concesso, trattenuta reciproca Estupinan-Falcao e la tecnologia mette fine alle proteste fino a quelle successive, sempre dei padroni di casa. Roba che solo in Sudamerica…