Torino – Atalanta 1-2 (0-1)
TORINO (3-4-2-1):
Milinkovic-Savic 5,5; Djidji 6,5, Schuurs 5,5, Buongiorno 6; Lazaro 6 (41′ st Singo sv), Linetty 6 (17′ st Ricci 6), Ilic 6, Rodriguez 5,5 (17′ st Vojvoda 6); Miranchuk 6, Karamoh 5,5 (1′ st Vlasic 6,5); Sanabria 7 (44′ st Pellegri sv). A disp.: 73 Fiorenza, 89 Gemello, 5 Gravillon, 2 Bayeye, 21 Adopo, 66 Gineitis, 23 Seck. All.: Ivan Juric.
ATALANTA (3-4-2-1): Sportiello; Toloi, Djimsiti, Scalvini (20′ st Palomino); Maehle, De Roon, Ederson (35′ st Muriel), Zappacosta; Koopmeiners, Pasalic (8′ st Boga); Hojlund (8′ st Zapata). A disp.: 1 Musso, 31 Rossi, 28 Demiral, 43 Bernasconi. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Sacchi di Macerata 7 (Carbone di Napoli, Giallatini di Roma 2; IV Maggioni di Lecco. V.A.R. Banti di Livorno, A.V.A.R. Marini di Roma 1).
RETI: 34′ pt Zappacosta (A), 30′ st Sanabria (T), 43′ st Zapata (A).
Note: serata coperta, spettatori 20.196 per un incasso di 272.969 euro. Ammoniti Rodriguez e Palomino per gioco scorretto. Tiri totali 4-9, nello specchio 4-5, parati 3-3. Var: 1. Corner 3-3, recupero 0′ e 5′.

Torino – Sterzata e controsterzata (il la è dell’apripista) su Schuurs, cannonata a mezz’altezza dalla sinistra dell’area al limite del lato corto di quella piccola: è Duvan Zapata l’eroe che spariglia le carte consentendo di sorpassare l’Inter al sesto posto fino a domenica a pranzo quando Inzaghino ospita la Lazio inseguitrice (si fa per dire) del Napoli. Il secondo acuto in campionato del colombiano, finora a segno solo nel ko di Lecce nel novembre scorso, è un calcio dato alle paure e alle incertezze, oltre a una certa inconcludenza figlia dell’atteggiamento neo-sparagnino voluto dal manico. Il terzo flash di un lungometraggio che ne aveva avuti un paio o poco di più. L’ex Zappacosta vola su appoggino di Scalvini, semina Lazaro e insacca il mancino tra palo e fratello di Milinkovic-Savic, ma a metà campo invertite Sportiello (in controtempo) respinge corto sull’altro ex Miranchuk (appoggiato da Djidj) da fuori (deviato da De Roon) e Sanabria strozza in gola da mezzo passo l’esultanza dell’Atalanta, la cui corsa verso l’Europa rischiava di esserne arrestata una volta di più, probabilmente di troppo. Quota 55 è un bel viatico per le ultime 6 finali, di cui 4 a Bergamo: mercoledì c’è lo Spezia, domenica prossima la Juventus (12.30).
Succede poco in avvio, al netto della strada chiusa a Karamoh da Scalvini sulla verticalizzazione del volto noto Miranchuk e del paio di folate del futuro rompighiaccio, la prima facendo secco Djidji, per ottenerne comunque soltanto un angolo (5′) provocato da Rodriguez. Sanabria è di fatto il primo a tirare, di spalle, su corner di Ilic a rientrare dalla destra (25′); in precedenza, centravanti sconfitto nel gioco delle torri da Djimsiti sull’ammollo dell’avanzato Buongiorno. Il modulo gasperiniano ondeggia dal 3-3-3-1 alla simil-Bielsa al 3-5-2 ruotando all’estremo il quadrilatero spurio dei centrocampisti, con Koopmeiners mezzodestro tra le linee ma con tendenza a rinculare. La fiammata del laterale sorano, anche lui al secondo successo personale in stagione (la Lazio all’Olimpico il precedente), non esime i bergamaschi dallo stare accorti e dall’accorciare muovendo a fisarmonica proprio la linea di mezzo, vedi Ederson che al 38′ la sbroglia catapultandosi sulla palla dentro pericolosissima di Karamoh. Sportiello si tuffa per evitare guai dal crossetto di Linetty a meno di una cinquina dall’intervallo. Alle soglie del quale il brasiliano se l’allunga troppo senza darla nemmeno sul piede a Hojlund, impegnato nell’uno contro tutti esattamente al pari di Zapata lunedì con la Roma.
Nella ripresa la new entry Vlasic, unico marcatore granata nell’incipit settembrino della tripletta di RoboKoop, cerca il compagno di reparto russo, chiuso implacabilmente dal firmatario del naso avanti. Il torello là davanti di Juric apre ancora per il croato che sballa il tocco in area verso il nulla (4′) a nerazzurri un po’ troppo abbassati. Il portiere di Urgnano non si fa sorprendere dalla botta quasi dal limite e soprattutto improvvisa proprio di Vlasic (6′). Il lampo number one di Zapata, appena entrato insieme a Boga, è un dritto per dritto alla Raducioiu nei pressi del decimo, un uno contro uno non andato come si sperava puntano il vertice destro. Il tiro a giro del mancino olandese, di suo, è parecchio fuori misura (12′). Al patatrac del pari locale segue la difesa del legno di Vanja da Ederson (33′). Al 40′ lo scarico di Muriel per chi aveva aperto lo score trova una telefonata in bocca all’estremo baluardo serbo, ma la magia è dietro l’angolo. E la vecchia guarda, stavolta, bagna il nasino ai baby.
Simone Fornoni