“Non voglio tornare indietro”. Le parole di Josip Ilicic nella conferenza stampa nel dopogara di Slovenia-Azerbaigian, vinta 2-1 grazie al suo rigore al 94′, riecheggiano sui mass media del suo Paese. E sanno di sofferenze passate: “Nella mia testa c’era solo quando sarebbe arrivato questo momento, per tornare di nuovo con questi ragazzi, stare insieme, tornare a casa. Da un lato, anche per la famiglia, ma dall’altro, perché sono qui con l’altra mia famiglia, con questi giocatori che erano il mio sostegno, anche prima della partita con l’Azerbaigian ho detto che ero molto orgoglioso di loro, di quello che stavano facendo, e che volevo far parte di questa nazionale il più a lungo possibile. Vorrei ringraziare tutti per avermi accettato: lo sentivo già dopo la partita con la Grecia quando sono entrato negli spogliatoi”, il pensiero del fuoriclasse dell’Atalanta filtrato da 24ur.com.

La fase depressiva dovuta al primo lockdown per la pandemia di Coronavirus, che l’ha sfiorato, ormai per il numero 7 nerazzurro e 7 sloveno è alle spalle: “Sapevo in cuor mio che sarei tornato, che questo era l’unico modo per uscire da tutto. Questo amore per il calcio, per la mia famiglia, per tutti quelli che mi circondano: la famiglia è stato il mio più grande sostegno. Non auguro a nessuno quello che ho vissuto – ha spiegato -. Tutto ciò che è successo è dietro di me, guardo avanti, ogni cosa negativa ti rende più forte, migliore. Non ho ancora detto l’ultima parola nel calcio, potrei dire che l’arrivo è più bello. Ora ho letteralmente iniziato a divertirmi. Voglio dare l’ultimo atomo di forza per ciò che ho amato per tutta la vita: per questa palla e questo campo. Potrei solo dire, e l’ho detto tante volte al club: ‘Ragazzi, se solo sapeste quanto è bello giocare a calcio! ‘ Ho sempre questo in testa, lo giocherò finché posso stare in piedi”.