Il mio secondo, che si chiama Zeno, che ha ormai quattordici anni, e che è un ragazzo bellino forte e assai creativo, ha preso da me diverse cose, soprattutto due, la chiacchiera, meglio se con persone mai viste, insomma con i famosi sconosciuti, e i travestimenti. Da bimbetto la mattina si alzava presto presto, poi passava un’oretta a farsi bello, quindi usciva dal bagno vestito ogni volta da un parente diverso, storiche le occasioni in cui si presentava tra i banchi con gli occhialoni da vista dell’anno Sessantotto, uguale identico a sua nonna, la famosa Vale. Crescendo ha frequentato svariate anime, spesso colorandosi i capelli di giallo, di azzurro o di blu, sempre facendo ridere gli insegnanti dell’intero corpo docente delle medie Codussi, a cui Ze mancherà parecchio e che ricorderanno a lungo anche per avere indossato recentemente i panni del preside dell’istituto. Il picco più alto del suo trasformismo l’ha raggiunto una settimana fa quando si è presentato allo store dell’Atalanta con una maglietta fatta di figurine, attaccate alla pelle parevano il vestiario del perfetto tifoso nerazzurro, che lui non è, perché tiene al Milan e va in giro un giorno su due con la maglietta rossonera col 19 di Bonucci, unica, la sola che c’è ancora al mondo vista la breve carriera nel club meneghino del centrale azzurro. Adesso gli ha preso il vizio della tunica da senatore romano, marroncina, incredibile, ereditata da sua zia. Comunque la notizia è in fondo tutta qui ed è questa cosa bellissima che a volte capita che i figli ereditino l’originalità dei padri, non a caso a Bergamo sono conosciuto come il Vestaglietta, allargandone i confini perché più passa il tempo, più la gente del mondo si sente libera di ridere, di scherzare, di vivere e di amare, insomma di giocare.
Matteo Bonfanti
Nella foto: Zeno all’Atalanta Store con la maglietta fatta di figurine dei nerazzurri