di Matteo Bonfanti
Negro di merda rivolto a Yassine Sankara, talentuosissimo centravanti degli Esordienti del Pontisola, a fine gara il mister, Igor Trocchia, scopre l’offesa e ritira la squadra dal torneo. La decisione dopo aver parlato coi propri ragazzi, tutti d’accordo che contro il razzismo servono gesti forti.

E non importa la quarta partita da giocare, giusto andare a casa, perché il calcio non è di chi offende per il colore della pelle. Se in campo c’è chi lo fa, gol, assist e rovesciate possono aspettare tempi migliori. E’ accaduto il pomeriggio del Primo Maggio a Rozzano e, perdonatemi, chi scrive è felice che l’intelligente e coraggiosa  scelta sia stata fatta da un club bergamasco, il Pontisola, tra i migliori in assoluto della Lombardia a livello di risultati sportivi.

La cronaca di quanto successo: Pontisola e Rozzano finiscono la loro partita, la terza del martedì per i Blues. Mister Trocchia si accorge che Yassine, ragazzo che ha sempre un comportamento esemplare, rifiuta la mano e le scuse di un avversario. L’allenatore riprende il suo centravanti, pensando che il motivo di fondo sia un fallaccio e che per questo sia giusto e normale fare pace, subito però un compagno prende da parte l’allenatore rivelandogli quanto accaduto in campo. Yassine è stato offeso perché di colore, il torneo può andare avanti senza i Blues nonostante le proteste dei dirigenti del Rozzano.
Compattezza incredibile, con Trocchia che ha trovato l’immediato sostegno via cellulare del suo responsabile Luciano Pisoni (“non è uno scherzo, ci vuole un segnale forte”, “fallo, Igor, rifiutatevi di giocare e tornate subito a casa, è giustissimo”), oltre che le frasi d’apprezzamento dei genitori presenti, raccolti sulle tribune ad ascoltare la decisione del tecnico. E poi c’è un messaggio bellissimo che dà speranza su quello che sarà l’Italia del domani. A scriverlo al mister il capitano della squadra, Francesco Berardelli, altro giocatore fortissimo, centrale difensivo già seguito da alcune big del calcio italiano, ma soprattutto un ragazzo che farà strada, non sappiamo se nel pallone, sicuramente nella vita.

Leggete le sue parole, sono un grande insegnamento da parte di un giovane di appena tredici anni: “Ciao mister, questa volta ti scrivo per dirti GRAZIE a nome di tutta la squadra perché secondo me il tuo è stato un esempio per tutta la squadra, per tutti i presenti, una strada da seguire, un esempio per la vita. Un grazie perché quello che hai fatto è stato un gesto bellissimo nei confronti di Yasso. Credo che lui sia rimasto ”colpito” da questo gesto. Sono orgoglioso di avere un mister come te che a queste cose dà un valore vero e proprio, non come alcuni che fanno finta di niente e lasciamo perdere… Queste persone che fanno questi gesti secondo me devono essere “punite” perché questo per un ragazzo di 13 anni può essere un trauma… E niente, volevo ringraziarti molto perché questo gesto mi ha commosso, mi è piaciuto e mi è servito molto. Ho capito che in alcuni casi il gol, il rigore, la vittoria non contano, si va oltre. Io sono con te nelle scelte perché questa è una cosa che io non tollero assolutamente”.

Diciamo noi che Igor Trocchia, ex campionissimo del nostro calcio dilettanti, ora tecnico dei vivai migliori della Bergamasca, ha fatto bene. Anche se è il male più diffuso qui da noi, il razzismo è qualcosa che fa schifo. E si combatte anche così. Forza Pontisola.