Per me che tanti anni fa con la mia Vespetta blu ci avevo messo un’ora e mezza per arrivare puntuale alla presentazione, incontrando un sacco di persone meravigliose, forti e dolci come solo chi  porta la montagna nel cuore, la rinascita del mitico Fratelli Calvi dà un sacco di felicità. Oggi c’è questo, a Piazza Brembana riparte il pallone, grazie all’impegno infaticabile di un gruppo di ragazzotti, che qualche mese fa si è detto “dobbiamo fare qualcosa per divertirci”. E via a coinvolgere appassionati, calciatori, genitori, con Leone Gervasoni, il presidente, e il diesse, Andrea Donazelli, a produrre in un battibaleno la miriade di documenti che servono per far partire quattro formazioni, la prima squadra, in Terza, poi allievi, giovanissimi ed esordienti. Col sorriso sulle labbra, ecco la scelta di un giovane mister, che fino a una manciata di secondi prima era un super calciatore della Valle bergamasca del pallone, parliamo di Ivan Avogadro, capitato a Piazza Brembana per amore. “La mia ragazza è di lì e quattro anni fa mi sono trasferito, conoscendo un paese che ha tantissimi giovani che hanno voglia di impegnarsi – racconta l’ex attaccante, che ricordiamo come una prima punta fisica e rapida, con un ottimo fiuto del gol -. Un mesetto fa siamo partiti e abbiamo immediatamente capito che avremmo costruito qualcosa di bello, dal grande entusiasmo. Piazza Brembana è un posto difficile, lontano dal mondo, per questo credo che l’esperienza della rinascita del Fratelli Calvi si stia rivelando così bella e stimolante”.

E, aggiungiamo noi, pure di esempio. Prima squadra che è anche un progetto di integrazione, con cinque ragazzi di colore in rosa, di quelli che alloggiano a Roncobello, nella casa vacanze Santa Maria del Carmine gestita dalla Caritas e dalla Cooperativa Ruah. Poi i giovani del paese, due-tre calciatori che arriveranno dal San Pellegrino, altri giocatori che abitano in alta valle e hanno voglia di rimettersi in gioco sul mitico Comunale di Piazza Brembana. “Allenerò una rosa giovanissima, che ha un’età media di 21 anni. Siamo al primo anno e abbiamo tutti  i piedi ben piantati a terra. Ma abbiamo tanta voglia di fare bene, di divertirci, e di costruire un gruppo solido, che sia un punto di riferimento per l’intero paese”.

Matteo Bonfanti