di Silva Casanova

Premessa redazionale: l’autrice della lettera Silvia Casanova, tra le promotrici del Club Amici dell’Atalanta di Verdellino (dove ha abitato per 23 anni prima di trasferirsi a Colognola) intitolato a Ivan Ruggeri, ha lavorato per l’attuale presidente del Centro di Coordinamento Marino Lazzarini, imprenditore da sempre vicino all’Atalanta, collaborando anche alla Camminata Nerazzurra. In una sola settimana ha venduto 200 drappi celebrativi “An sé a mò ché – Cempion Lig”, il cui ricavato viene devoluto alla Croce Rossa di Bergamo per l’acquisto di una vettura per il trasporto dei dializzati. Il presidente del club di Boccaleone, Paolo Tintori, le ha promesso la prima trasferta pagata quando il lockdown anche per i tifosi sarà finito. Con questa lettera accorata ci spiega i significati profondi che per la sua famiglia e per lei hanno il pallone, l’Atalanta e Josip Ilicic, colpito da Coronavirus e guaritone proprio come lei. Al termine di Sassuolo-Atalanta 2-6, poco dopo Natale 2018, aveva pronosticato la qualificazione in Champions League: circostanza puntualmente verificatasi. Suo figlio aveva anche ottenuto la maglia (da bancarella!) del Papu Gomez in occasione dell 7-1 subìto dall’Inter il 12 marzo 2017, considerata un portafortuna. Non ha mai creduto alle voci estive sulle ragioni della crisi dello sloveno, autore di un grande gesto: andiamo a scoprirlo insieme.

Ciao, mi chiamo Silvia e sono un’accanita appassionata del calcio grazie a mio papà Tarcisio che fin da piccolissima mi portava al vecchio stadio “Brumana”, poi “Atleti Azzurri di Italia”, ora Gewiss Stadium, ad ammirare le partite casalinghe della magica Dea. Ricordo i mitici Pacione, Soldà, Magrin, Stromberg, Piotti, Osti, Zenoni, Doni, ma la lista sarebbe lunghissima e non me ne voglia chi non ho citato!!!

Sono una tifosa e persona molto strana, non una vip ma conosciuta sui nostri campi di calcio dilettantistico viste le mie società girate in ordine di tempo: la vecchia Fiorente Colognola presieduta da Renzo Maffeis, poi dal signor Pezzoni, il Comun Nuovo, poi la Pontirolese dell’allora presidente Spini, la mitica Colognese dal compianto Giacomo Cavalleri, l’ormai deceduta Verdellinese del grande pres Duilio Armani, la Pro Lurano dove ormai purtroppo esiste solo il settore giovanile e ora, dulcis in fundo, la straordinaria società, il Sabbio, del grande Jerry Benvenuto e famiglia diretta dal mitico Rux visto che mio figlio Paolo (in onore di Maldini) vi gioca e guidata dal super mister Roberto Bonati, grande intenditore e grande milanista. Il mio cuore è il mio sangue sono rossi e neri, ma nel mio grande cuore e tanto sangue c’è spazio per l’insuperabile Atalanta: il mio sogno è che in questa stra stagione il Diavolo vinca lo scudetto e la Dea arrivi seconda con la vittoria della Champions League. Sognare non costa nulla.

Ma ora vi spiego il vero motivo per cui vi sto scrivendo: vi racconto un aneddoto del 29 dicembre del 2018, e qui viene chiamato in causa il grande uomo e il grande giocatore, Josip Ilicic. Era un sabato, non faceva molto freddo quando in mattinata io, mio figlio Matteo e il mio ora ex marito decidiamo di recarci alla volta di Reggio Emilia dove la Dea alle ore 15 avrebbe disputato l’incontro di campionato in anticipo per la partita imminente di Europa League contro la squadra casalinga del Sassuolo allenata da Roberto De Zerbi. Arrivati a destinazione e sempre con un po’ di emozione, ci accomodiamo in tribuna centrale dove finalmente alle 15 esatte ha inizio il match (con alcuni cambi effettuati dal Gasp in vista del match di EL) e dove già al minuto 19 siamo in vantaggio con un gol del grande Zapata e sul finire del primo tempo raddoppia il super Papu Gomez… ma credetemi, il bello deve ancora venire!!!!

Dopo aver sofferto per poco per la doppietta di Duncan, per fortuna rintuzzata dal terzo di Mancini, mister Gasp inserisce il vero mostro nel senso buono, Josip Ilicic, che con tre invenzioni delle sue chiude definitivamente la disputa, dopo essere subentrato a Barrow, altro grande ex e mito di mio figlio Paolo. Risultato finale, 6-2 con tripletta della Nonna. Ed ecco il magic Moment: Ilicic viene giustamente premiato a fine gara da Sky come miglior giocatore e si porta a casa il pallone. A fine intervista Giuseppe si dirige sotto la nostra curva e lancia la sua maglia da gioco. Passa sotto di noi per recarsi negli spogliatoi e qui accade l’incredibile: Matteo, mio figlio, allora dieci anni, suo fan, lo chiama, anche se fermato ma inutilmente dagli steward, lui si gira sentendo una voce da bambino, Matteo gli chiede una maglietta che lui non aveva più indosso, ma, e qui arriva l’incredibile, Giuseppe gli dice di attendere un attimo. Gli steward ci redarguiscono ma a noi non importa, dicendo che devono chiudere lo stadio e che tutti i giocatori dicono che ritornano indietro e poi non lo fanno… Con incommensurabile felicità il nostro numero 72, dopo due minuti che sono sembrati interminabili, riappare tra lo stupore di tutti noi con la maglia usata nel pre riscaldamento e ancora oggi sporca di un filo di erba nonostante i lavaggi, la dona al piccolo Matteo col suo autografo.

Dopo nemmeno cinque minuti eravamo giustamente fuori dal Mapei Stadium con Matteo (ma a essere sincera pure io e suo padre!!!) che saltava di gioia per aver ricevuto la maglia del suo idolo, anche se Matteo ha provato a giocare a calcio ma non ama praticarlo (ama andare a vedere il Sabbio). Vi ho voluto raccontare questo episodio della mia lunga vita (ho 48 anni anche se me ne danno di meno!!!) per fare capire a me e a tutti voi quanto il SIGNOR JOSIP ILICIC abbia un immenso cuore e quanto sia una persona prima e calciatore poi super sensibile: io lo capisco in modo particolare, per essere scampata alla morte a marzo per il Covid-19 pur senza aver paura di nulla nonostante abbia superato due brutte operazioni in questi ultimi tre anni. E per significare quanto abbia sofferto lui per primo e poi i suoi cari, oltre ovviamente pure tutti noi, per non aver avuto per questo periodo calcistico e non la sua presenza accanto a noi. Gli auguro, come tutte le persone che amano o non amano il gioco del calcio, di riprendersi al mille per mille da questi mesi perduti calcisticamente parlando e di riacquistare, se non lo avesse già fatto, il tempo perduto senza essere stato vicino ai suoi familiari.

Da tifosa e da persona auguro al signor Giuseppe, Josip o per dirla alla Gasp La Nonna, tutto il bene possibile e auguro alla famiglia Percassi e alla grande Atalanta di raggiungere tutti gli obiettivi possibili in Italia e in Europa: il mio sogno è che il Diavolo vinca lo scudetto e la Dea arrivi seconda vincendo la Champions League. Un occhio di riguardo in più lo avrò sempre per il grande Josip Ilicic, o Giuseppe, o Nonna: chiamatelo come vi pare, basta che torni ad essere il miglior Ilicic e che coi gol suoi e dei compagni porti la Dea il più in alto possibile. Ah, dimenticavo una cosa: mio figlio Paolo, 23 anni, in forza al Sabbio, si chiama così in onore del super, fantastico, geniale, il top dei top Paolo Mandini: chissà se un giorno riuscirò a conoscerlo! Altra cosa importante: sempre io e Matteo abbiamo conosciuto il mitico mister Gian Piero Gasperini e devo smentire un articolo che ho letto in questi giorni dove risulta essere antipatico: anzi, tutt’altro visto il suo comportamento con me e Matteo, e quando lo abbiamo conosciuto era dopo qualche giorno dall’episodio di Marassi dove avrebbe dato una manata a un dirigente della Sampdoria. Buona fortuna a tutti, soprattutto in quest’anno orrendo, da Silvia, Matteo, Paolo e Gian.