A causa del suo trasferimento a Bologna fin dalla maggiore età, Mario Tadini è sempre passato per felsineo doc. Forse perché a un’azienda da sangue & terra come quella del cavallino rampante storicamente aggrada accreditarsi come rappresentante dell’Emilia che lavora, produce, corre e costruisce sogni di lamiera col motore come anima. Ma il fondatore della Scuderia Ferrari è bergamasco e basta. E chi vuole restituirlo al suo ruolo e alla sua città, per farne una figura meritoria e da coltivare nella memoria collettiva, adesso ha in mente un’idea meravigliosa: dedicare al corresponsabile della nascita di un mito dell’Italia nel mondo una strada, una via o un museo nella sua Bergamo.

Intendiamoci: co-fondatore e presidente della Scuderia Ferrari (altri soci: Alfredo e Augusto Caniato, Ferruccio Testi, Alfa Romeo e Pirelli), non della Ferrari come costruttore puro di auto da corsa e stradali, il cui artefice fu Enzo, il grande Drake, nel secondo dopoguerra. Qui si parla di 1928-1929, il Grande Modenese era un semplice concessionario dell’augusta marca del Portello e al fianco aveva anche il Grande Bergamasco. Di famiglia con radici nobiliari, Tadini, figlio di Ercole, grande negoziante di tessuti in Piazza Pontida, è al centro di una ricerca monografica, “Il Re dello Stelvio”, dal nome della corsa vinta quattro volte dal misconosciuto gentleman di casa nostra, a opera del professor Stefano Gelsomini e dei suoi studenti del Laboratorio di Giornalismo Storico dell’Istituto Comprensivo “Martiri della Resistenza” di Calcio, borgo agricolo della Bassa Orientale di cui un ramo dei Tadini è originario. La figlia di Mario, Lora, attualmente risiede ad Arona, sul Lago Maggiore.

Un lavoro non fine a se stesso, che tra l’altro verrà distribuito ai ragazzi calcensi nella prossima primavera ed è anche atteso alla presentazione ufficiale. Perché è a Bergamo, la Bergamo borghese ed elegante dell’imprenditoria dedita ogni tanto a spedire i suoi figli lontano da casa per gestire gli affari, che va restituita la vicenda straordinaria del cospicuo finanziatore di un sogno che ha reso grande Modena, l’Emilia e l’Italia ai quattro angoli della Terra. Circostanza da non dimenticare: la prima auto ufficiale Alfa Romeo Scuderia Ferrari, la famosissima 1750 che fu tra gli altri del fuoriclasse del volante Tazio Nuvolari, è stata immortalata dall’Istituto Luce nel filmato che vedete in calce. Siamo alle Mille Miglia del 1930, sul sedile c’è Mario Tadini. L’appello di Bergamo & Sport al sindaco Giorgio Gori? Eternare il ricordo dell’imprenditore-finanziatore-pilota, che partecipò anche al Circuito delle Mura nel 1935 in Bergamo Alta, dedicandogli qualcosa di concreto e duraturo.